LA FAGLIA
Prova aperta al termine della residenza artistica, giovedì 27 aprile alle 20:45, al Teatro alla Misericordia di Sansepolcro.
progetto artistico Simone Amendola / Valerio Malorni
testo Adèle Gascuel
traduzione Adele Palmeri Borghese
in scena Daniele Amendola / Valerio Malorni
regia Simone Amendola
in video Caterina Marino
musiche Giulia Anania
canto Sabina Meyer
scenografia Santo Alessandro Badolato
costumi Clorinda Bartoleschi
animazioni video Davide Riccitiello
tecnica e disegno luci Marco D’Amelio
foto di scena Filippo Trojano
Due antieroi non hanno più voglia di salvare il pianeta: non sanno fare molto altro che continuare a fare ciò che hanno sempre fatto, mentre si chiedono se starebbero meglio facendo diversamente. Vorrebbero andarsene, cambiare tutto, ma non sanno come fare. Nel frattempo, fanno finta di riparare una ferita nella terra. La Faglia è una commedia perché il nostro tempo ne ha bisogno. Farci ridere al di là di ciò che ci colpisce. Simone Amendola (cineasta e drammaturgo) e Valerio Malorni (attore e autore) convergono artisticamente nel 2014 con lo spettacolo “L’Uomo Nel Diluvio” e nel 2017 con “Nessuno può tenere Baby in un angolo”.
Note di Regia
Adèle Gascuel, l’autrice, è una trentenne che nel testo porta istanze che in Francia sono molto più prioritarie che in Italia. E quindi riesce, nella scrittura, ad essere corpo dolente e non solo testa pensante. Attraverso i due protagonisti, maschi alfa intenti a curare una ferita nella terra col cemento, Adèle va dentro ai temi con improvvisi lampi di genialità eludendo totalmente la retorica, e questo permette a noi di lavorare alla messa in scena con grande libertà, facendoci riscoprire gli elementi base del teatro, che ne sono il cuore, facendoci sentire tra persone che giocano allo stesso gioco. Provare per il gusto di provare, scoprire i sottotesti, scandire il tempo, godersi i silenzi, ritrovare banalmente la seduzione del dialogo a teatro, i clown, la coppia comica, il sacro e il profano, il profano e il profano. Riscoprire che fuori da quel campionato d’intelligenze affannate, da quella ruota del criceto in cui correvamo prima del covid, c’è ancora qualcosa da dire. E che lo si può dire addirittura senza volerlo dire, esce.