Teatro
IL RITORNO DEGLI ULTRACORPI E ALTRI PEZZI BREVI
I SACCHI DI SABBIA
scrittura Giovanni Guerrieri
libri Giulia Gallo
con Gabriele Carli, Giulia Gallo, Giovanni Guerrieri, Enzo Illiano, Giulia Solano
tecnica Federico Polacci
produzione I Sacchi di Sabbia in co-produzione con Armunia
con la collaborazione del Festival internazionale di Andria Castel dei Mondi e con il sostegno della Regione Toscana
Una subdola invasione aliena è in corso; semi di origine extraterrestre piovono sulla Terra e si rivelano in grado di duplicare, per poi sostituirli durante il sonno. Ma i sosia, incubati in enormi baccelloni, mancano di anima, di umanità.
Rileggendo questo plot, ci siamo accorti della sua profonda parentela con il teatro: il tema del doppio, dei sosia, non è forse antico quanto il mondo? Quanti autori importanti vi hanno edificato i loro drammi? Menandro, Plauto, Shakespeare, i Comici dell’Arte, Moliére, Goldoni, Von Kleist, solo per dirne alcuni…
Questo famoso topos di fantascienza è da un lato per noi l’occasione di una “riconciliazione” con la tradizione teatrale, con la commedia in senso arcaico, quella dei carnevali, delle feste dei folli, dei riti di propiziazione; dall’altro – prendendo a pretesto l’idea dei sostituiti – è l’occasione di pensare un uomo del futuro.
Il passato e il presente, la commedia antica e la fantascienza, vecchie tecniche di teatro e misteri spaziali, si fondono nello sforzo di dar luogo ad altre forme del reale.
Forse l’utopia non può che essere imparentata con il Carnevale.
A Il ritorno degli Ultracorpi (durata circa 30’), faremo seguire alcune brevi scene di genere: una prima apertura dei lavori sui nuovi percorsi della compagnia.
I Sacchi di Sabbia nascono a Pisa nel 1995.
Negli anni la Compagnia si è distinta sul piano nazionale, ricevendo importanti riconoscimenti per la particolarità di una ricerca improntata nella reinvenzione di una scena popolare contemporanea.
In perenne oscillazione tra tradizione e ricerca, tra comico e tragico, il lavoro di I Sacchi di Sabbia ha finito per concretizzarsi in un linguaggio in bilico tra le arti (arti visive, danza, musica), nella ricerca di luoghi performativi inconsueti, e sempre con uno sguardo vivo e attento al territorio in cui l’evento spettacolare è posto.
2000 PREMIO ETI IL DEBUTTO DI AMLETO: per la misurata ironia, per l’equilibrio tra gli attori nella riappropriazione di un immaginario in bilico tra sacro e profano.
2001 PREMIO ETI IL DEBUTTO DI AMLETO: a conferma di un’attitudine che coniuga presenza attoriale e drammaturgia di testo e di spazio, restituendo dignità e nuova linfa alla migliore tradizione del teatro di strada.
2003 NOMINATION PREMIO UBU: per il loro intreccio di ironia, storia e metafisica.
2008 PREMIO SPECIALE UBU: I Sacchi di Sabbia, per il complesso di un’attività caratteristica dalla vivacità di una scrittura condotta con freschezza creativa e irridente, giunta con Sandokan o la fine dell’avventura a un nuovo capitolo di una ricerca sincera, lunga e appassionata.
2011 PREMIO DELLA CRITICA: Con i Sacchi di Sabbia ogni spettacolo è una magnifica sorpresa: così anche il Don Giovanni, una rigorosa partitura da Mozart, cantata “a cappella”, una scelta di brani ritmati di suoni e gesti musicali, una soluzione sorprendente, capace d’incantare per la qualità , la grande intelligenza, la coinvolgente energia corale, e insieme divertire, facendo sorridere e ridere per le soluzioni inattese, le azioni interne al gruppo, astratte e surreali.
Impossibile definire I Sacchi di Sabbia – un gruppo toscano, formatosi a Pisa nel 1995 – chiuderli in una poetica data, circoscritta, motivo guida resta la loro creatività multiforme, originale schioppettante, con produzioni spesso godibili a più livelli, ragazzi e adulti insieme.
Costante il bisogno di mettersi alla prova in forme nuove, affrontare ricerche, immaginare diverse soluzioni per spazi, materiali, tematiche: sempre con rigore, profondità e leggerezza. Tante le produzioni di pregio che hanno saputo meritare alti riconoscimenti.
Esilarante Sandokan, con Salgari in un miscuglio reale, concreto di verdure, uno spettacolo che non a caso si apre con i noti versi shakespeariani sul potere dell’immaginazione. Un lavoro d’artigianato che conquista altre/alte dimensioni: speciale poesia per esempio, indimenticabile, Essedice, un dialogo profondo, altamente teatrale, con il grande autore di fumetti Gipi e l’essenziale tema del tempo. Ed ora Mozart, questo stupefacente Don Giovanni.