Prova aperta al termine della residenza creativa, martedì 27 settembre, alle 21.
DANZANDO CON IL MOSTRO
uno spettacolo di e con Serena Balivo, Mariano Dammacco, Roberto Latini
drammaturgia Mariano Dammacco
musiche Gianluca Misiti
disegno luci e direzione tecnica Max Mugnai
scenografia e costumi Francesca Tunno
foto di scena Luca Del Pia
ufficio stampa Maddalena Peluso
produzione Infinito, ERT / Teatro Nazionale, Compagnia Lombardi-Tiezzi
residenze artistiche presso Florian Metateatro, C.Re.a.Re Campania / Teatri Associati di Napoli, Dialoghi – Residenze delle arti performative a Villa Manin 2022 – 2024, Centro di residenza della Toscana (Armunia-CapoTrave/Kilowatt), Teatro delle Forche. residenze artistiche presso Florian Metateatro, C.Re.a.Re Campania / Teatri Associati di Napoli, Dialoghi – Residenze delle arti performative a Villa Manin 2022 – 2024, Centro di residenza della Toscana (Armunia-CapoTrave/Kilowatt), Teatro delle Forche.
Anteprima nazionale a Primavera dei Teatri di Castrovillari. Debutto nazionale al Teatro Piccinni di Bari. Repliche al Teatro Arena del Sole di Bologna.
Perdere sé stessi. Perdere l’altro. Perdersi. Il teatro materializza pensieri, sentimenti, vissuto e parole di una mente che perde sé stessa e si cerca.Â
Mostro. Creatura leggendaria o soprannaturale. La parola proviene dal latino monstrum che indica l’apparire, il manifestarsi, il mostrarsi improvviso di qualcosa di straordinario, un segno, un prodigio; e deriva dal tema di monere: avvisare. Il mostro è un ammonimento, un avvertimento per l’uomo. In presenza del mostro si avverte il pericolo, si tende a fuggire, a correre via a perdifiato. Non ci si volta neanche a guardarlo perché è così spaventoso che non lo si vuole vedere, non resistiamo alla tentazione di chiudere gli occhi e sperare che forse, il mostro, ce lo siamo soltanto immaginato. Poi apriamo gli occhi e il mostro è ancora lì, ci ha seguiti, ci sta guardando. Allora ci fermiamo, proviamo a ricambiare lo sguardo, lo osserviamo e ci pare di riconoscerne alcuni tratti, ci appare familiare. Forse è il tuo mostro, fa parte di te, forse il mostro sei tu. Così, lo spavento diventa più grande e si tenta di nuovo la fuga, ma fuggire da sé è molto difficile, allora provi ad avvicinarlo, a parlargli, a chiedergli chi è e cosa vuole da te. Il mostro forse non parla la tua lingua e tu non parli la sua. La situazione allora diventa penosa. Io sono il mostro e questa è la mia storia. La creazione dello spettacolo porta con sé l’incontro tra artisti al loro primo gesto artistico comune.
Serena Balivo, attrice (Premio Nazionale Giovani Realtà del Teatro 2011, Premio Ubu 2017 come Nuova attrice o performer, Premio internazionale Ivo Chiesa 2021 come Futuro della scena), lavora alla creazione di personaggi che già nella loro fisicità siano portatori di senso a prescindere dal testo e dalla trama, personaggi intesi come figure allegoriche, quadri viventi, emblemi.
Mariano Dammacco è autore e regista (Premio Ubu 2020-2021 nella categoria Nuovo testo italiano/scrittura drammaturgica, Italian And American Playwrights Project 20/22, Premio di drammaturgia Il centro del discorso 2010, Premio ETI/Vetrine 1996, Premio Scenario 1992-1993). Porta avanti la propria ricerca componendo spettacoli con drammaturgia originale e centrati sul lavoro d’attore con l’intento di creare visioni poetiche, surreali e umoristiche del nostro vivere contemporaneo.
Roberto Latini è attore, autore e regista (Premio Sipario 2011, Premio della Critica 2015, Premio Ubu 2014 e 2017 come Miglior Attore, Premio Le Maschere del Teatro Italiano 2021). Conduce un cammino artistico volto alla sperimentazione del contemporaneo, alla riappropriazione dei classici e alla ricerca di una scrittura scenica originale.