Grande la responsabilità dei Visionari: il gruppo di spettatori non “addetti ai lavori” che ha scelto i sei spettacoli della “Selezione Visionari” presentati a Kilowatt 2008. Sono proprio iniziative come questa, preziosissima, di Kilowatt, a Sansepolcro e negli altri Comuni della Valtiberina Toscana, a favorire una concreta visibilità per compagnie, nuove formazioni e spettacoli nascenti. Quest’anno ben 157 sono stati i gruppi che hanno inviato i materiali per la selezione, cioè video dvd, con allegati scritti e foto.
Nell’incontro di sabato 26 luglio 2008 tra Visionari, compagnie e Fiancheggiatori (cioè il gruppo di esperti, critici, operatori teatrali invitati al festival) sono emerse diverse questioni legate all’acquisizione di specifiche competenze e di idonei strumenti per la selezione. Perché se è possibile dire che non ci sono giudici ma solo spettatori, è poi vero che lo sguardo critico è essenziale a più livelli, qui per i Visionari (che tra l’altro si sono presi il gravoso, ma fondamentale, compito d’inviare le proprie considerazioni ad ognuna delle 157 compagnie che hanno risposto al bando), ma anche per i Fiancheggiatori, perché la loro valutazione apre un fronte dialogico con gli artisti facilitandone concretamente la circuitazione e la visibilità.
Molto teatro danza è arrivato in selezione – è stato detto – anche se poche o nulle sono state infine le scelte in questo campo di ricerca tra i sei spettacoli finalisti.
Il sentimento d’angoscia ritorna spesso nelle creazioni di queste nuove formazioni: specchio dei tempi? così difficile vivere? tanto cupe le prospettive? Pure a volte – qualcuno ha ricordato – la risata può rivelare con chiarezza ed energia contraddizioni e sofferenze.
La tecnica può essere uno strumento necessario sebbene non sufficiente: a volte – ha evidenziato qualche Visionario – si colgono schegge di talenti, una reale urgenza espressiva, affascinanti frammenti d’emozioni in spettacoli imperfetti, imprecisi.
Ma come aiutare le compagnie a crescere, a migliorare? Di fronte all’importanza di entrare nel merito dei singoli eventi visti, si sono messi in luce (sempre con il desiderio comune, critici e direttori artistici compresi, di agevolare in ogni modo gli spettacoli di pregio, ricchi di senso) alcune fragilità e punti di forza dei vari spettacoli.
Accanto a un impianto scenografico denso di riferimenti simbolici e non privo di fascino, emerge la debolezza del testo sul piano teatrale per Racconti delle Grandezze della compagnia Semi Volanti di Roma, tanto più che tale testo è veicolato da un impianto registico costruito attraverso una serie forse troppo schematica e monotona di passaggi, privi di un vero nodo drammaturgico.
Allo stesso modo risalta l’eccessiva ripetitività dell’impostazione registica e attoriale di Ciccio della compagnia milanese Container, con parti troppo dilatate, in un impianto di racconto, però, complessivamente ben impostato, per quanto si senta che i temi trattati sono distanti da ciò che conoscono bene drammaturga, regista e attore.
Infine, si è messa in luce l’assenza di una continuità drammaturgia tra la prima e la seconda parte in Semiramis dei ravennati Menoventi, più efficace la prima parte della seconda, che ancora necessita di aggiustamenti; però, al lavoro di questa compagnia sono stati riconosciuti diversi meriti, per la forma di rielaborazione del mito e per la particolare originalità della “ricerca attoriale” (forse la sola, fra le proposte viste, che possa meritare questo nome), con spunti a volte efficaci di ironia e disincanto.
Nell’incontro di domenica 27 luglio 2008, presenti sempre Visionari e Fiancheggiatori e altre tre compagnie – quelle andate in scena la sera precedente – si è iniziato subito a ragionare intorno agli spettacoli: Pharmakos, Gabbato lo Santo e Faustus! Faustus, tre lavori molto diversi ma di reale interesse.
Pharmakos dei forlivesi Città di Ebla nasce da un progetto complesso e ambizioso, antropologico e filosofico, e l’esito spettacolare pare possedere e trasmettere intelligenza ed incanto, per quanto non tutte le premesse teoriche trovino un’efficace risposta sulla scena e non sempre si tenga conto della fondamentale esigenza di comunicare senso e contenuti allo spettatore. In ogni caso, sia dal punto di vista delle basi teoriche quanto della prassi teatrale, il gruppo ha notevoli margini di sviluppo, perché sta procedendo con chiarezza e decisione nel delineare una propria poetica originale.
Intelligente il percorso di creazione di Gabbato lo Santo della compagnia Gli Omini di Pistoia, in cui risulta molto efficace la raccolta di personaggi, battute, situazioni, colte direttamente nel dialogo con la gente, modalità che la compagnia ha eletto a proprio specifico creativo; tuttavia la disponibilità a essere flessibili, elastici, costantemente aperti, può rivelarsi anche un concreto rischio: si avverte l’esigenza – che la stessa compagnia ha dichiarato propria – di sistemare l’esito, rifinirlo, renderlo più efficace proprio sul piano della teatralità, per rendere lo spettacolo più forte e compatto.
Infine, anche se qualcuno ha voluto mettere in luce un possibile rischio dato da una certa fascinazione delle immagini, di particolare cura e fascino è parso ai più Faustus! Faustus, colmo di citazioni, di riferimenti letterari e cinematografici, ma anche di speciali interpretazioni, in una scatola scenica dove si perde felicemente il confine tra teatro di figura e teatro d’attore. Da calibrare, in questo caso, il “contenuto”, cioè quella particolare forma di racconto che possiede il teatro una volta terminato l’incanto per un primo e forse superficiale livello di visione.
In un panorama di spettacoli e giudizi così diversi, il gruppo dei Fiancheggiatori non è arrivato a indicare alla direzione artistica del festival un solo spettacolo e il lavoro di una singola compagnia su cui far convergere gli sforzi di coproduzione del festival per l’edizione 2009 – così com’era successo l’anno scorso con (a+b)³ della compagnia Muta Imago di cui quest’anno Kilowatt ha coprodotto il nuovo lavoro Lev.
In questo quadro la direzione artistica del festival si è assunta la responsabilità di partecipare alla coproduzione dei nuovi lavori di ben due compagnie: Gli Omini e Zaches Teatro, che saranno così presenti a Kilowatt 2009.
I Fiancheggiatori di Kilowatt 2008
(Franco D’Ippolito, Lorenzo Donati, Graziano Graziani, Valeria Ottolenghi, Roberto Ricco, Giuseppe Romanetti, Rodolfo Sacchettini)